Mercoledì 18 gennaio, appena svegliato, mi sono sentito molto felice, perché quella mattina era prevista l’ attività di orienteering. Arrivati a scuola, i professori Redaelli, Rocchi e Melillo ci hanno spiegato le regole del gioco e, ovviamente, come comportarci durante gli spostamenti. Questo progetto è legato all’apprendimento degli strumenti della geografia utili per orientarsi.
Ero felice della squadra in cui ero stato inserito e il nostro accompagnatore, il prof. Melillo, mi piaceva molto, perché si è rivelato una buona guida.
Ci siamo divisi in 3 squadre e ogni squadra ha formato delle coppie per leggere a turno le coordinate. Per cercarle abbiamo usato la cartina e i nostri smartphone, consultando il sito. Il primo punto era molto vicino e, accanto alla prima tappa, c’era già la seconda. Arrivati nel luogo indicato, dovevamo scattare un selfie di squadra per documentare la presenza di tutti i membri nel posto.
Durante alcune soste non riuscivamo ad orientarci e abbiamo discusso su quale direzione prendere.
Una delle tappe, osservando la mappa, mi sembrò un po’ troppo lontana, ma sbagliavo: era più vicina di quanto pensassi. Durante il tragitto, non saprei dire come, mi feci male ad una gamba, e per ciò proseguii più lento, ma non potendomi fermare, il dolore non cessò.
Finalmente siamo arrivati all’ultima tappa, e il punto segnato si trovava molto vicino all’Esselunga.
Per rientrare al luogo di ritrovo, ovvero a scuola, abbiamo utilizzato una scorciatoia che passava per il parco, ed erano ormai trascorse quasi due ore. Arrivati finalmente a scuola, uno dei gruppi era già rientrato, mentre l’ altro giunse dopo di noi.
Un modo diverso di fare geografia
Mi piacerebbe molto ripetere questa esperienza perché è stata bellissima e ci ha aiutato a capire come orientarci nello spazio urbano intorno a noi, ad utilizzare in modo diverso i nostri cellulari e a fare geografia in modo più divertente.
Niccolò Forastieri,1B