Il Dpcm, firmato il 3 novembre scorso dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e contenente ulteriori misure stringenti per contrastare la diffusione del Coronavirus, ha riportato in Lombardia la didattica a distanza per le classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado.
Questa volta, però, la DAD ci ha colti preparati e ben organizzati: da subito abbiamo rimesso in campo le competenze acquisite nel precedente anno scolastico, per far sì che tutti, nessuno escluso, potessero continuare a beneficiare della didattica e della relazione educativa.
La scorsa settimana, poi, data la possibilità di attività laboratoriali in presenza, per le classi seconde e terze a quattro giorni di DAD si è affiancata una mattinata in presenza appunto, dedicata ad alcune discipline: Arte, Educazione Fisica, Informatica, Musica, Tecnologia.
Così, già prima del 30 novembre, quando la didattica è ripresa regolarmente, abbiamo colto al volo l’opportunità di fare ed essere scuola insieme, tornando a guardarci negli occhi, senza la mediazione di uno schermo, con la consapevolezza che ora vedersi è quasi più bello di prima!
“La DAD è ritornata, ma ha fatto meno paura… Sì, perché, durante il secondo lockdown, l’impatto con un’esperienza nuova e inaspettata non c’è stato. Diverse rimangono le opinioni riguardo la DAD: c’è chi pensa che sia più difficile seguire le lezioni e chi, invece, si trova bene con questo tipo di didattica. Una cosa è certa comunque: è stata indispensabile per affrontare le tre settimane di novembre, in cui noi di seconda e terza media siamo rimasti a casa. Come lo scorso anno scolastico? No, non esattamente. C’è stata una bella novità: la possibilità di tornare a scuola, prima della riapertura ufficiale, per una serie di laboratori, organizzati per Arte, Educazione Fisica, Informatica, Musica e Tecnologia. Così quelle materie, che, con la didattica a distanza, avrebbero potuto soffrire un po’, hanno invece goduto di un’occasione speciale… così come speciale è stato per noi tornare a vedersi dopo settimane di lontananza.” Sara