Istituto comprensivo paritario cattolico

LETTERA PER L’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO 2021-22

La cura di Dio per rimettere in moto la vita

Lettera per l’inizio dell’anno scolastico

 

Carissimi,

 

ricominciamo da ciò che conta di più. Ricominciamo da quella parola che dà senso a tutto il resto. È la parola del Signore Gesù che ci affida il comandamento dell’amore e che ci chiama a riconoscere anzitutto, che siamo oggetto della cura premurosa di Dio, e che uniti a Lui la vita è felice e dura per sempre.

Comunicare questo messaggio ai bambini e ai ragazzi che incontriamo, vuole essere lo slancio che muove l’azione educativa di questo anno scolastico e che chiede la collaborazione dell’intera comunità scolastica: alunni, famiglie e docenti. Solamente all’interno di questa alleanza educativa, fatta di stima e di fiducia reciproca, possiamo vedere realizzata per i nostri figli una chiara e credibile proposta educativa che si prenda cura di loro, anzitutto in quanto persone.

“Qūm”, è una parola ebraica che noi traduciamo letteralmente in italiano con l’imperativo “Alzati”.  È una parola antica che appare quanto meno in due occasioni molto significative nel testo biblico. Una prima comparsa accade nel libro del profeta Giona, nell’Antico Testamento, ed è dove proprio l’incipit del libro di Giona.

 

Fu rivolta a Giona, figlio di Amittài, questa parola del Signore:

“«Àlzati, va’ a Ninive, la grande città”

(Gio 1, 1)

 

Dio si rivolge a Giona e attraverso l’imperativo Qūm, mette in movimento il profeta, cioè lo scuote dal sonno. Questo scuotimento dal sonno è una significazione di grande rilievo della parola Qūm. Potremmo allora liberamente interpretare questa parola come un invito da parte di Dio a rimettere in movimento la vita.

La seconda occasione in cui troviamo la parola “Qūm”, è nel nuovo testamento. In tutti i cicli delle resurrezioni, dei miracoli delle resurrezioni operate da Gesù, soprattutto nell’episodio della resurrezione di Lazzaro, Gesù si rivolge così al morto, a Lazzaro: “Qūm, alzati! Esci fuori! “Ritorna alla vita!”.

 

Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!

(Gv 11, 43)

 

Qūm è dunque la parola che più di tutte, indica la cura amorevole del Padre nei confronti di ogni uomo. Cura in generale, non significa tanto aggiustare, normalizzare, rimettere nel giusto ordine le cose, far funzionare in modo normale il pensiero, corpo, il mondo. No! Il gesto più alto della cura, che viene racchiuso in questa antichissima parola “Qūm” è quello di rimettere in moto la vita, di fare ricominciare la vita, di farci rialzare, di far ripartire la vita.

Durante questo anno scolastico, vorremmo tutti impegnarci a testimoniare attraverso le nostre proposte educative, questo sguardo amorevole di Dio nei confronti di tutti gli uomini. Sguardo che dobbiamo anzitutto sentire rivolto su ciascuno di noi. Prima che curare gli altri, siamo noi ad essere oggetto della cura di Dio. Dobbiamo avere coscienza e consapevolezza che solamente chi sente e percepisce il bene di Dio rivolto su di sé, può essere segno credibile della cura e dell’amore di Dio per le persone che incontra. Inoltre, lo stile dei rapporti vissuti all’interno della comunità educante, o è chiaro riverbero di tutto ciò, oppure rischiamo di scindere il nostro agire educativo dalla nostra vita personale, riducendo l’arte dell’educare, ad una semplice teoria da applicare fine a sè stessa, ma che non è credibile agli occhi dei più piccoli e non in grado di suscitare cammini di vita pienamente umani.

 

Con questo desiderio nel cuore, affidiamo al Signore, per intercessione di Santa Caterina da Siena, gli inizi di questo nuovo anno insieme.

 

Buon inizio!

 

don Andrea Gariboldi

co-direttore e assistente spirituale dell’Istituto

 

 

 

 

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