Istituto comprensivo paritario cattolico

LETTERA PER L’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO

 

Ancora in viaggio!

Lettera per l’inizio dell’anno scolastico

 

Carissimi,

ci siamo, l’anno scolastico è alle porte. Per tutta la nostra comunità della Santa Caterina, si tratta di rimettersi in viaggio. Quando si intraprende un cammino però, non si può avere la pretesa di avere tutto pianificato e di riuscire a tenere tutto sotto controllo. Ci accorgiamo che l’imprevisto e l’inedito fanno parte dell’esperienza stessa del viaggiare. Viaggia solamente chi ha dentro di sé il desiderio di scoprire qualche cosa di nuovo che riguarda sé e gli altri. Non solo: il viaggio ci fa fare prendere consapevolezza dei nostri limiti e che, persino il viaggiatore solitario, avrà bisogno certamente dell’aiuto di qualcuno, per arrivare a destinazione.    

Carissimi studenti, mi rivolgo anzitutto a voi che siete i veri protagonisti della nostra scuola, il tema del prossimo anno scolastico ci ricorda che nessuno è perfetto!

E noi ci vantiamo di non essere perfetti: veniamo a scuola per imparare a riconoscere i nostri limiti, le nostre fragilità e costruire un futuro su fondamenta che si irrobustiscono anche attraverso i piccoli insuccessi. Non abbiate paura a riconoscere le vostre fragilità, a farvi aiutare a superare i piccoli ostacoli che incontrerete. Ogni fatica, ogni difficoltà, se riconosciuta come tale, non è da leggere come un ostacolo, ma come un’occasione.

Chi di voi si sente perfetto, non potrà mai farsi aiutare: non si metterà nelle condizioni di accettare un suggerimento o una critica costruttiva. Nessuno è perfetto, nemmeno la mamma e il papà vi vogliono perfetti: noi adulti vi vogliamo “migliori”, cerchiamo e sogniamo il vostro bene ma non pretendiamo la perfezione. Siate umili per essere forti!

Voi genitori lasciatevi guidare nel riscoprire le eventuali fragilità dei vostri figli, non abbiate paura a riconoscere i loro limiti! Bisogna smettere di guardare a loro solo con sguardo performante! I ragazzi devono percorrere la loro strada, devono imparare a misurarsi con le proprie fatiche, devono scoprire che l’umiltà è la via della perfezione. Date esempio ai vostri figli con gesti concreti di umiltà: insegnate loro il valore del rispetto che non tollera nessuna forma di presunzione e di maleducazione, che non pretende nulla, e che riconosce nell’altro non un nemico, un rivale, ma un fratello dell’avventura stupenda della vita.

A voi docenti il compito di condurre una didattica che attraverso lo studio delle vostre materie conduca gli alunni a riscoprire il valore immenso persona, ricordando loro come la debolezza sia il vero trampolino di lancio per un futuro promettente. Non abbiate timore nel richiamare chi si atteggia in modo superbo (sia esso alunno o genitore) ricordando la via dell’educazione e dell’umiltà; proponete modelli di vita umili attraverso lo studio delle materie umanistiche, evidenziate come i grandi scienziati siano arrivati alle loro scoperte attraverso la via dell’umiltà e dello stupore. Quando vi capiterà di consegnare una verifica con un risultato non pienamente positivo, indicate da subito la strada per il miglioramento.

Nel prossimo anno, vogliamo dare il primato alla grazia di Cristo che sgorga proprio dalla fragilità della nostra debolezza.

Come un marinaio che conosce i punti di forza e di debolezza delle sue vele, affronteremo la navigazione che ci aspetta, consapevoli che il vento che gonfia le vele a volte le metterà a dura prova, a volte servirà per sospingerle nel momento della fatica e a volte invece sarà quella brezza leggera che in modo lieve, ma costante, conduce l’imbarcazione al porto sicuro.

Anche Gesù sulla barca, nel pieno della tempesta, rimprovera i suoi discepoli che non hanno fede in lui. Lui si addormenta nel pieno della tempesta per smorzare il loro orgoglio e risvegliare in loro la consapevolezza della loro umanità. Così si legge nel Vangelo di Matteo: “Essendo poi salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva”. Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!».

Sì! È perduto l’uomo che non si affida, che crede di bastare a sé stesso, che non si apre all’aiuto fraterno e all’azione dello Spirito.

Affidiamo il nuovo anno a Maria e affidiamoci alla grazia sanante dello Spirito perché sospinga con la sua forza la debolezza della nostra vita.

Ci basti la Sua grazia, che sgorga proprio dalla nostra fragilità e debolezza.

Buon anno scolastico a tutti.

Il Direttore dell’Istituto

 don Andrea Gariboldi

 

 

 

 

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